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Documentario sul Peak Oil - Parte 6/6

Documentario sul Peak Oil - Parte 5/6

Documentario sul Peak Oil - Parte 4/6

Solar Fizz: la doccia solare portatile da giardino


Quest' oggi voglio presentarvi un' altro eco-prodotto molto interessante, secondo me, e anche molto utile.
Quella che vedete nell' immagine è la Solar Fizz: una doccia solare da giardino.
Utilizza un semplice pannello solare per riscaldare l'acqua ad una temperatura superiore ai 70 ° C senza utilizzare energia elettrica.
L'intera unità richiede meno di un minuto per essere montata senza bisogno di strumenti particolari e tutto ciò che dovete fare perchè sia utilizzabile è semplicemente collegarla a una canna d' acqua. Poi funziona tutto come una doccia normale e c'è, ovviamente, anche la possibilità di regolare la temperatura dell' acqua. È anche possibile regolare l'altezza della doccia da 130 cm a 230 centimetri in base alle proprie comodità e dopo aver finito, si può usare l'acqua per annaffiare i fiori del vostro giardino.
Se qualcuno ha trovato interessante questa doccia portatile può trovare altre informazioni sul sito della Solar Fizz

Documentario sul Peak Oil - Parte 3/6

Documentario sul Peak Oil - Parte 2/6

Documentario sul Peak Oil - Parte 1/6

Documentario sul Peak oil - picco del petrolio - (Oil, Smoke and Mirrors) e la crisi petrolifera. Parte I

Il peak oil è il momento in cui la domanda di petrolio supererà la possibilità dell'industria petrolifera di soddisfarla.

Il problema della desertificazione - Can you hear the trees?

La desertificazione è una delle conseguenze più disastrose dei mutamenti climatici e dello sfruttamento incontrollato delle risorse ambientali. Se non fossero allarmanti i dati riguardanti questa catastrofe, potremmo fermarci e ascoltarne gli effetti.


Intervista a Fattori sulla privatizzazione dell' acqua


Eclipse Intuit Mobile: l' eco-telefonino



Molto spesso quando parliamo di eco-gadget pensiamo a degli oggetti molto utili e ben pensati, che danno il loro, seppur piccolo, contributo a salvaguardare il nostro Pianeta. Ma che non tengono il confronto con i prodotti di ultima generazione, non tanto per il design ma per i loro componenti.
Questa volta, però, basta dare uno sguardo all' Eclipse Intuit per incoraggiare anche i più scettici a rivalutare gli eco-prodotti.




Disegnato da Eddie Goh, questo cellulare possiede tutte le caratteristiche che ognuno di noi si aspetta dai nuovissimi telefonini: fotocamera da 5 megapixel e touch-screen per esempio.
Ma ciò che rende veramente unico questo prodotto è il poter ricaricare la batteria quando è esposto a qualsiasi fonte di luce.



Eclipse indica che i prodotti ecologici possono essere trendy e competere con quelli normali, oltre ad essere molto più utili a causa della loro eco-natura. Si spera di vedere più cose che rientrano nella stessa categoria e con la stessa impronta di stile e di sostanza.

Fammi il pieno di aria...GRATIS!!!

Immagine artistica della settimana

Immagine atipica della settimana

Immagine 2.0 della settimana

Energia e Ambiente - Parte 3/3

Terzo e ultimo appuntamento con il professor Federico M.Butera, questa volta i temi trattati saranno: energia rinnovabile, cambiare il sistema energetico.

Energia e Ambiente - Parte 2/3

Seconda puntata delle tre previste con Federico M.Butera.
Nella prima era stato trattato il tema delle riserve di combustibili fossili.
Questa volta invece il professor Butera ci parlerà di uranio, nucleare e catastrofi ambientali.

Centro di riciclo Vedelago (Tv) - Riciclo al 99%

Forse per l' Italia c'è ancora speranza...

Privatizzazione dell' acqua, Cochabamba insegna

Nel 2000 la Bechtel Corporation di San Francisco, con l'appoggio della Banca Mondiale che aveva promesso un prestito alla Bolivia, ottenne dal governo boliviano la privatizzazione di tutte le risorse idriche di Cochabamba, la terza città del paese.
E' una storia che può avvenire anche da noi...anzi...stà già avvenendo!


Energia e Ambiente

Il tema dell' energia e dell' ambiente è uno dei più discussi e commentati da politici, televisione, radio, esperti ecc.

Eppure c'è ancora molto ignoranza e indifferenza riguardo a questo problema. Spesso non riusciamo a percepire la reale importanza che l' energia e l' ambiente occupano nella nostra vita.

Questo articolo tratterà i temi delle riserve di combustibili fossili; carbon sequestration.
Temi che saranno presentati da Federico M.Butera professore di fisica tecnica ambientale presso il politecnico di Milano; svolge attività di ricerca nel settore dell' uso razionale dell' energia e delle fonti rinnovabili nell' ambiente costruito nell' ambito di progetti nazionali e internazionali. Impegnato nella divulgazione, è stato tra i fondatori dell' ambientalismo scientifico in Italia.



ENERGIA E AMBIENTE
di Federico M.Butera

Iniziamo subito con due messaggi forti. Il primo dice che il Mondo consuma 2 barili di petrolio per ogni barile scoperto. E' una cosa che ci preoccupa? Dobbiamo preoccuparcene?
L' altra dice: ci sono voluti 25 anni per consumare i primi 1000 miliardi di barili di petrolio e che consumeremo i prossimi 1000 miliardi in 30.

E' una cosa che ci interessa? Direi di si.
Sono due affermazioni molto grosse e dato il tipo di affermazione, dato il tipo di messaggio, viene subito in mente che a darlo sia una delle associazioni ambientaliste.
Le cose non stanno così; perchè guadate un po': è una società petrolifera.

E' una compagnia petrolifera tra le più importanti che fa la sua pubblicità sull' Economist, mettendoci in guardia su queste cose. Se lo dicono loro ci sarà qualcosa di vero.
Vediamo un po' cosa c'è dietro queste affermazioni. L' origine è sempre una compagnia petrolifera e ci dice quanto valeva il rapporto riserve-produzione alla fine del 2005.

Cosa significa rapporto tra riserve e produzione? Per fare un esempio mettiamo di avere un recipiente con 100 litri di acqua, se io nell' anno 2005 ne tiro fuori un litro e ipotizzo che per gli anni a venire ne tirerò fuori sempre e soltanto un litro, posso dire che per 100 anni avrò un litro a disposizione.

Il petrolio possiamo trovarlo dappertutto, il problema è che costa quantità sempre più grande man mano che è più difficile estrarlo; e la produzione che corrisponde più o meno al consumo perchè se ne produce tanto quanto se ne consuma.

Cosa ne viene fuori? Che se noi continuassimo negli anni a venire, a consumare la stessa quantità di petrolio che abbiamo consumato nel 2005, noi in tutto il mondo, a prezzi ragionevoli, durerebbe 40 anni; il gas naturale 65 o poco più; il carbone molto di più, 157 anni; e l' uranio 70 anni.

Questo ha riflesso su come il prezzo del petrolio sia aumentato negli ultimi tempi.
La crescita rapida è dovuta al fatto che non è affatto vero che ogni anno consumiamo quanto l' anno precedente, non tanto per i paesi industrializzati, che aumentano il consumo in maniera abbastanza lenta, ma per i paesi cosidetti emergenti.
Per esempio le proiezioni del consumo di petrolio in Cina che crescono con un ritmo esponenziale, e lo stesso avviene in India, e in altri paesi in via di sviluppo, lo stesso sta cominciando a venire anche in Africa.

Ma il petrolio c'è?Non c'è? Per esempio sempre la stessa Chevron ci dice: non preoccupatevi perchè il petrolio c'è. Possiamo tirarlo fuori per esempio, se non dai pozzi perchè li dentro non ce n'è più, abbiamo le sabbie bituminose che guarda caso sono meravigliosamente sistemate in paesi che non sono affatto pericolosi come quelli del Medio Oriente, sono in Canada in grande quantità e da lì lo possiamo tirare fuori.
Quello che la Chevron dimentica di dire, o deliberatamente non dice, è che per tirar fuori un barile di petrolio dalla sabbia ci vuole qualcosa come 0,2-0,3 barili di petrolio da mettere come energia. Quindi diventa un' operazione che in termini di economia energetica nonè che sia eccezzionale.

Ma non basta. Si tratta di estensioni di territorio enormi che vengono devastate da un punto di vista ambientale. Ma non basta. La quantità di acqua che occorre per tirar fuori questo po' di petrolio da ogni granello di sabbia è spaventosa anche quella con conseguenti danni ambientali. Non dimentichiamo che le emergenze mondiali nel nostro futuro sono l' energia e l' acqua.

E' un discorso abbastanza ovvio, il carbone è fatto prevalentemente di atomi di carbonio e quindi quando brucia emette molta anidride carbonica. Non è lo stesso con il metano che ha molti atomi di idrogeno e quindi emette più acqua che non anidride carbonica.
La soluzione è: cerchiamo di eliminarla e toglierla di mezzo. Ci sono tante ipotesi: una è quella di farla diventare del carbonio cioè dei pezzi di carbone. Sarebbe bellissimo potremmo usarli come materiale da costruzione o come pavimentazione stradale o altro.
Piccolo particolare: purtroppo ancora la ricerca non ci ha dato una risposta che sia ragionevolmente applicabile.

L' altra soluzione che molti propongono è: prendiamo l' anidride carbonica che esce dalle centrali elettriche a carbone e la mettiamo in profondità negli oceani. Sapete che gli oceani sono l' unica area di assorbimento dell' anidride carbonica. Sul lungo periodo se ci riequilibriamo sarà grazie agli oceani che la assorbono oltre che a un eventuale aumento della biomassa.
Però imettere queste quantità non si sà a che cosa possa portare sull' equilibrio ecologico degli oceani stessi.
Ma soprattutto pensate a una bella centrale a Kiev, piuttosto che a Mosca e a quanti chilometri di tubo ci vogliono prima di arrivare all' oceano.
Ma anche nel nostro caso: da una centrale elettrica a carbone in Italia, non posso certo imettermi nel Mediterraneo, devo passare per la Francia ed andare a finire nell' Atlantico, non c'è altra soluzione. Quindi è un ipotesi assolutamente fantascientifica.

Quella che invece viene perseguita con grande attenzione e già alcune sperimentazioni concrete ci sono, è quella di andare a metterla dentro i pozzi di petrolio o gas esausti.
Grandissima trovata per le compagnie petrolifere, perchè una roba che non vale più nulla diventa invece qualcosa che ha un valore perchè ci devo andare a mettere dell' anidride carbonica.
Ma sono pochi i pozzi e allora dobbiamo trovare un 'altra soluzione.

Altra proposta è quella di andarla a pompare nel sottosuolo, in falde sotterranee, o in zone ecologiche sotterranee che siano state opportunamente verificate dal punto di vista geologico, cioè che abbiano uno strato, una copertura assolutamente imperneabile che non permetta a questa anidride carbonica di venire fuori.
Ma che certezze ci sono? Ancora una volta se andiamo a guardare in siti dove c'è una ricerca in questo settore non abbiamo certezze per il futuro. Questa anidride carbonica potrebbe venire fuori, vuoi per un terremoto, vuoi perchè comunque si hanno delle reazioni chimiche che danno luogo a delle trasformazioni.

In sostanza qual' è l' ipotesi che si fa di tutto questo? Quella di voler continuare con il solito approcio, assolutamente privo di qualsiasi responsabilità etica, che è quello di mettere la scoria sotto il tappeto e di lasciarla ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. Il problema è loro, noi ce la siamo goduta, poi vedrete voi cosa dovete fare.