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Energia e Ambiente

Il tema dell' energia e dell' ambiente è uno dei più discussi e commentati da politici, televisione, radio, esperti ecc.

Eppure c'è ancora molto ignoranza e indifferenza riguardo a questo problema. Spesso non riusciamo a percepire la reale importanza che l' energia e l' ambiente occupano nella nostra vita.

Questo articolo tratterà i temi delle riserve di combustibili fossili; carbon sequestration.
Temi che saranno presentati da Federico M.Butera professore di fisica tecnica ambientale presso il politecnico di Milano; svolge attività di ricerca nel settore dell' uso razionale dell' energia e delle fonti rinnovabili nell' ambiente costruito nell' ambito di progetti nazionali e internazionali. Impegnato nella divulgazione, è stato tra i fondatori dell' ambientalismo scientifico in Italia.



ENERGIA E AMBIENTE
di Federico M.Butera

Iniziamo subito con due messaggi forti. Il primo dice che il Mondo consuma 2 barili di petrolio per ogni barile scoperto. E' una cosa che ci preoccupa? Dobbiamo preoccuparcene?
L' altra dice: ci sono voluti 25 anni per consumare i primi 1000 miliardi di barili di petrolio e che consumeremo i prossimi 1000 miliardi in 30.

E' una cosa che ci interessa? Direi di si.
Sono due affermazioni molto grosse e dato il tipo di affermazione, dato il tipo di messaggio, viene subito in mente che a darlo sia una delle associazioni ambientaliste.
Le cose non stanno così; perchè guadate un po': è una società petrolifera.

E' una compagnia petrolifera tra le più importanti che fa la sua pubblicità sull' Economist, mettendoci in guardia su queste cose. Se lo dicono loro ci sarà qualcosa di vero.
Vediamo un po' cosa c'è dietro queste affermazioni. L' origine è sempre una compagnia petrolifera e ci dice quanto valeva il rapporto riserve-produzione alla fine del 2005.

Cosa significa rapporto tra riserve e produzione? Per fare un esempio mettiamo di avere un recipiente con 100 litri di acqua, se io nell' anno 2005 ne tiro fuori un litro e ipotizzo che per gli anni a venire ne tirerò fuori sempre e soltanto un litro, posso dire che per 100 anni avrò un litro a disposizione.

Il petrolio possiamo trovarlo dappertutto, il problema è che costa quantità sempre più grande man mano che è più difficile estrarlo; e la produzione che corrisponde più o meno al consumo perchè se ne produce tanto quanto se ne consuma.

Cosa ne viene fuori? Che se noi continuassimo negli anni a venire, a consumare la stessa quantità di petrolio che abbiamo consumato nel 2005, noi in tutto il mondo, a prezzi ragionevoli, durerebbe 40 anni; il gas naturale 65 o poco più; il carbone molto di più, 157 anni; e l' uranio 70 anni.

Questo ha riflesso su come il prezzo del petrolio sia aumentato negli ultimi tempi.
La crescita rapida è dovuta al fatto che non è affatto vero che ogni anno consumiamo quanto l' anno precedente, non tanto per i paesi industrializzati, che aumentano il consumo in maniera abbastanza lenta, ma per i paesi cosidetti emergenti.
Per esempio le proiezioni del consumo di petrolio in Cina che crescono con un ritmo esponenziale, e lo stesso avviene in India, e in altri paesi in via di sviluppo, lo stesso sta cominciando a venire anche in Africa.

Ma il petrolio c'è?Non c'è? Per esempio sempre la stessa Chevron ci dice: non preoccupatevi perchè il petrolio c'è. Possiamo tirarlo fuori per esempio, se non dai pozzi perchè li dentro non ce n'è più, abbiamo le sabbie bituminose che guarda caso sono meravigliosamente sistemate in paesi che non sono affatto pericolosi come quelli del Medio Oriente, sono in Canada in grande quantità e da lì lo possiamo tirare fuori.
Quello che la Chevron dimentica di dire, o deliberatamente non dice, è che per tirar fuori un barile di petrolio dalla sabbia ci vuole qualcosa come 0,2-0,3 barili di petrolio da mettere come energia. Quindi diventa un' operazione che in termini di economia energetica nonè che sia eccezzionale.

Ma non basta. Si tratta di estensioni di territorio enormi che vengono devastate da un punto di vista ambientale. Ma non basta. La quantità di acqua che occorre per tirar fuori questo po' di petrolio da ogni granello di sabbia è spaventosa anche quella con conseguenti danni ambientali. Non dimentichiamo che le emergenze mondiali nel nostro futuro sono l' energia e l' acqua.

E' un discorso abbastanza ovvio, il carbone è fatto prevalentemente di atomi di carbonio e quindi quando brucia emette molta anidride carbonica. Non è lo stesso con il metano che ha molti atomi di idrogeno e quindi emette più acqua che non anidride carbonica.
La soluzione è: cerchiamo di eliminarla e toglierla di mezzo. Ci sono tante ipotesi: una è quella di farla diventare del carbonio cioè dei pezzi di carbone. Sarebbe bellissimo potremmo usarli come materiale da costruzione o come pavimentazione stradale o altro.
Piccolo particolare: purtroppo ancora la ricerca non ci ha dato una risposta che sia ragionevolmente applicabile.

L' altra soluzione che molti propongono è: prendiamo l' anidride carbonica che esce dalle centrali elettriche a carbone e la mettiamo in profondità negli oceani. Sapete che gli oceani sono l' unica area di assorbimento dell' anidride carbonica. Sul lungo periodo se ci riequilibriamo sarà grazie agli oceani che la assorbono oltre che a un eventuale aumento della biomassa.
Però imettere queste quantità non si sà a che cosa possa portare sull' equilibrio ecologico degli oceani stessi.
Ma soprattutto pensate a una bella centrale a Kiev, piuttosto che a Mosca e a quanti chilometri di tubo ci vogliono prima di arrivare all' oceano.
Ma anche nel nostro caso: da una centrale elettrica a carbone in Italia, non posso certo imettermi nel Mediterraneo, devo passare per la Francia ed andare a finire nell' Atlantico, non c'è altra soluzione. Quindi è un ipotesi assolutamente fantascientifica.

Quella che invece viene perseguita con grande attenzione e già alcune sperimentazioni concrete ci sono, è quella di andare a metterla dentro i pozzi di petrolio o gas esausti.
Grandissima trovata per le compagnie petrolifere, perchè una roba che non vale più nulla diventa invece qualcosa che ha un valore perchè ci devo andare a mettere dell' anidride carbonica.
Ma sono pochi i pozzi e allora dobbiamo trovare un 'altra soluzione.

Altra proposta è quella di andarla a pompare nel sottosuolo, in falde sotterranee, o in zone ecologiche sotterranee che siano state opportunamente verificate dal punto di vista geologico, cioè che abbiano uno strato, una copertura assolutamente imperneabile che non permetta a questa anidride carbonica di venire fuori.
Ma che certezze ci sono? Ancora una volta se andiamo a guardare in siti dove c'è una ricerca in questo settore non abbiamo certezze per il futuro. Questa anidride carbonica potrebbe venire fuori, vuoi per un terremoto, vuoi perchè comunque si hanno delle reazioni chimiche che danno luogo a delle trasformazioni.

In sostanza qual' è l' ipotesi che si fa di tutto questo? Quella di voler continuare con il solito approcio, assolutamente privo di qualsiasi responsabilità etica, che è quello di mettere la scoria sotto il tappeto e di lasciarla ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. Il problema è loro, noi ce la siamo goduta, poi vedrete voi cosa dovete fare.