Spiga

Il carattere pubblico della morte


Tutti sappiamo che un giorno o l' altro suonerà la nostra ora, ma per la gente del secolo XVIII la morte andava sempre a braccetto con la vita. E, in verità, l' ombra della morte fu allora assai più fosca di quel che lasciano pensare i dati statistici.
Incidenti, disordini, pubbliche esecuzioni e l' usanza abituale di morire alla vista di tutti cospiravano a rendere uno spettacolo familiarequello dell' agonia estrema e dei cadaveri illividiti da cui se ne era andata via la vita. Gli ospedali non offrivano la possibilità di uscire dal mondo dei vivi in silenzio come succede oggi sotto le vigili cure del personale medico specializzato.

Nei loro tuguri i poveri morivano come vivevano e cioè ammucchiati gli uni sugli altri, e anche nelle dimore dei ricchi non esistevano in genere le condizioni perchè uno avesse una sua vita( e una sua morte) privata. E i segni che facevano ricordare la brutalità del morire si scorgevano ad ogni momento negli aspetti raccapriccianti che aveva la vita: si pensi al sangue che dalle botteghe dei macellai defluiva nelle strade; si pensi ai brandelli dei cadaveri gettati nella strada dalle finestre di qualche aula anatomica; si pensi alle carogne di animali nei fossi.

Tuttavia, quasi a far da contrappeso alla confusione e all' intreccio della morte e della vita, avevano valore formale determinate usanze sociali: il lutto era un' usanza da osservarsi rigorosamente e, per chi se lo potesse permettere, era espresso indossando abiti neri con risvolti bianchi di cotone alle maniche e un lungo mantello nero che copriva tutta la persona. Se il defunto era uno dei genitori, il periodo ufficiale di lutto durava sei mesi, se era uno dei nonni durava quattro mesi e mezzo e durava due mesi se si trattava di un fratello o di una sorella.

Nella Francia del Seicento e del Settecento attorno al capezzale del morente ci si radunava per adempiere a doveri di cortesia e ad un rito pubblico. La scena di tanta gente che si affollava attorno al capezzale del morente è tipica dell' ancien régime e costituisce per lo storico uno stereotipo di pronto uso. Eppure, bisognerebbe fare alcune distinzioni. Erano tanti allora coloro che erano soli al mondo o vivevano nella miseria. Così, dopo che il curato se ne era andato, questi morivano come capitava.

Quando la morte appariva ormai imminente, i parenti ne davano avviso al campanaro( a meno che non fossero così miserabili e derelitti da non potersi permettere la modica offerta di circostanza). Quando la campana suonava, chiunque si trovasse nel villaggio e nei campi o in città per le strade affollate nei pressi della chiesa, capiva che un altro cristiano stava morendo. E contando i rintocchi si capiva anche se si trattava di un uomo o di una donna o di un bambino.

Una volta terminate le ultime orazioni e chiusi gli occhi al morto, veniva il momento di mandare a chiamare le donne perchè lavassero la salma e l' avvolgessero in un sudario. Le donne lasciavano scoperto il volto del cadavere e attorno al letto di tenevano candele accese, e si predisponeva un bacile di acqua santa( di cui si servivano gli eventuali visitatori per aspergerne il cadavere e segnarsi). In questo modo il corpo senza vita era pronto per adempiere agli ultimi uffici sociali con amici e vicini che venivano a dirgli addio e a recitare preghiere. Dentro l' abitazione, venivano fermati gli orologi sull' ora della morte, gli specchi erano rivoltati contro il muro e sui quadri si stendeva un velo nero.
Se la famiglia possedeva un mulino a vento, le pale venivano fermate in modo da formare una croce.