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La religione dello sport

Il calcio, qui da noi in Italia è considerato il gioco più bello del mondo e certe volte diventa la cosa più importante in assoluto per qualcuno, tanto da generare commenti come quelli dell' ex allenatore del Liverpool, che per qualcuno può sembrare molto preoccupante:"Alcune persone pensano che calcio è una questione di vita o di morte," disse una volta alla fine di una partita,"vi assicuro, che è molto di più".

Qualcuno potrà obbiettare che in fondo è solo una frase un po' enfatizzata e detta alla fine di una partita.Quando però vedi, nella Coppa d' Africa, la squadra nigeriana ammucchiarsi e impegnarsi in una fervente preghiera prima della partita, quella frase di Bill Shankly incomincia ad avere un senso e una sua verità.
La domanda è ovviamente perchè Dio viene trascinato in quello che è soltanto un passatempo, un gioco che, oltre tutto, metà della popolazione, soprattutto femminile, non trova così interessante.

Quindi coloro che non seguono il calcio potrebbero pensare che sia assurdo tutto questo, in fondo non è solo un gioco?
Ma vedendo la serietà con cui pregavano, si potrebbe perdonarli pensando che stavano pregando per la pace in Medio Oriente, anche se è molto improbabile.
Comunque vedendo i risultati ottenuti durante la coppa forse le preghiere sono servite, o forse no...

Per quelli che invece conoscono già la logica del calcio, incominciano a capire perchè ai tifosi vengono attribuiti aggettivi come "fedeli", o perchè Roberto Baggio venga chiamato il Codino Divino e l' ex centrocampista del Manchester United Eric Cantona "Dio".
Ma non è così un sacrilegio come si può pensare, infatti re Davide (Salmo 82:6) in un momento di intuizione, forse dopo avere avuto una visione in cui egli vide il futuro glorioso del calcio, ha dichiarato che "voi siete dèi, voi siete tutti figli dell' Altissimo ".

Ritornando alla frase di Shankly si dà un senso alle tanti morti di tifosi, soprattutto in questi ultimi anni. Infatti morire per il calcio era impensabile pochi decenni fa.

Dobbiamo ricordare che la percezione pubblica del calcio per la maggior parte degli anni Ottanta è stata riassunta da un articolo del Sunday Times, che sostiene che è stata 'una baraccopoli di sport per la gente delle baraccopoli', ha scritto.

Ora anche la Chiesa Cattolica, ha fatto il suo ingresso nella baraccopoli.

Il segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, un appassionato di calcio, prevede che un giorno la squadra possa giocare in Serie A. Il talento non dovrebbe essere un problema, infatti nei seminari abbondano giovani calciatori di talento, tra i quali soprattutto i brasiliani. E non stiamo parlando di brasiliani come, il pallone d' oro Kaka, che di tanto in tanto indossa una maglietta sotto la sua divisa che evangelicamente dichiara "Io appartengo a Gesù". Forse quando i giocatori appartengono a Gesù, la corruzione e truffe possono essere una cosa del passato.

Il Vaticano ha introdotto un codice etico nella sua squadra, punendo i falli cattivi e vietando ai tifosi di urlare contro i tifosi avversari e arbitri.

In Scozia, invece, il derby Rangers contro Celtic è diventata una guerra tra protestanti e cattolici. Sacerdoti appartenenti alle diverse fedi offrono preghiere durante la messa per chiedere di battere l' avversario.

Ma la religione si è spinta ancora più in là come nel caso della AmaZulu, una squadra di calcio che, una volta giocava nello Zimbabwe's Premier League. L' AmaZulu è stata retrocessa perchè si è rifiutata di giocare al sabato. L' anno dopo il suo team è stato retrocesso, ma dice di non "perdere di vista i valori religiosi, per qualsiasi motivo. Forse la nostra ricompensa per tutti gli investimenti non è qui sulla Terra."

Ci sono poi giocatori come Nwankwo Kanu che danno il merito a Dio per la loro carriera fortunata e per i loro successi.A Kalu, infatti, nel 1990 era stato diagnosticato un problema cardiaco ma con la preghiera, dice lui, è riuscito a sconfiggerlo e ad ottenere grandi risultati.

Ma se ci sono giocatori che sono pronti a pregare e a ringraziare Dio quando le cose vanno bene, c'è anche chi trova come risposta alle grandi qualità di un giocatore proprio Dio.
Questo è il caso di Cantona, che dopo la morte del grande George Best, riflettè a voce alta:"dopo la sua prima sessione di allenamento in cielo, George Best, dalla sua fascia preferita, la destra , ha fatto girare la testa con le sue finte a Dio , che è stato assegnato a terzino di sinistra. Vorrei per amore che mi lasciasse un posto nella sua squadra, quella di George Best, non quella di Dio. "

Forse Shankly parlava per lo sport in generale, quando diceva che era più importante della vita e della morte.